sabato 7 gennaio 2012

Rachid l'ombrellaio






Ho conosciuto Rachid quando mio figlio aveva 2 anni, nove anni fa.
E' apparso ai giardinetti, improvvisamente una mattina, insieme ad Ahmed. Ahmed era il classico ragazzino dall'aria svelta, a metà tra la birichinata e lo sguardo in tralice di una già più matura malizia.

Rachid, già allora lungo lungo come una giraffa con gli occhi azzurri da Tuareg, ti colpiva per un che di, contemporaneamente, nobile e cupo.

In tutti questi anni l'ho visto crescere, camminando in precario equilibrio tra legalità e illegalità.


Non abbastanza spensierato per darsi al crimine, ma troppo aggrovigliato e irrisolto per darsi a un lavoro stabile.

Lo incontro ancora, mentre gira per il quartiere elegante della città (che raggiunge salendo a lunghi passi dai vicoli, con un percorso inverso ai raggi del sole), con il suo carico di Ombrelli e Fiori.
Oggetti che mal si conciliano con la sua persona, come quelli che sorprenderesti in mano al trovarobe di un teatro colto nel mezzo del lavoro. O, forse, camuffamenti per celare l'ombra, non piccola, ma neanche troppo grande, che lo accompagna sempre.

Un giorno, una grande fasciatura gli spuntava dalla maglietta, sul dorso.
Alla mia domanda: "Ti sei lasciato colpire alle spalle, eh?" ha risposto con la bugia rituale, ma gli occhi ridenti: "No, sono caduto sullo specchio".
"Sì, Rachid, raccontala a un altro".

Qualche tempo fa, l'ho incontrato sulla scalinata fuori della Stazione.
Mi voleva vendere un ombrello, il solito.
"Quanto costa?"
"20 euro"
"Rachid, non mi prendere in giro. Sai che ti aiuto volentieri. Ma se mi prendi per scemo non va bene. Se mi dici un prezzo sproporzionato ok, ma non spararle troppo grosse .. esagera, ma con intelligenza e rispetto".
"Ma io li pago 15 euro!!"
"Rachid..."
"Davvero!"
"Rachid..."
"Va bene, dammi 10 euro"
"Ecco, ora cominciamo a ragionare"

Prende i dieci euro e se li porta via insieme alla sua aria truce, mentre lo guardo ridiscendere verso i vicoli.
Ha fatto venti passi, si volta di scatto, rifà tutti gli scalini a tre a tre e mi raggiunge, strofinadosi la fronte:
"Dai... di ombrelli prendine 4", mi dice sorridendo.

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