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La notizia è questa: Bartleby sarebbe stato un impiegato subalterno nell'ufficio delle lettere smarrite, a Washington, dal quale sarebbe stato dimesso, senza preavviso, per un cambiamento della amministrazione.
Quando rifletto su questa diceria, a fatica riesco a esprimere le emozioni che mi afferrano: lettere smarrite, lettere morte. Non suona come uomini morti? Pensate a un uomo che per per natura e per sventura sia incline a una languida disperazione: quale altro lavoro potrebbe accentuare una tale condizione più del maneggiare continuamente queste lettere morte, per poi ordinarle e darle alle fiamme? Perché ogni anno se ne bruciano a cataste, di simili lettere. Dalle pieghe di un foglio a volte il pallido impiegato estrae un anello, mentre il dito cui era destinato forse già imputridisce nella tomba; o estrae una banconota inviata in un impeto di sollecita carità...mentre chi avrebbe dovuto trarne sollievo più non mangia né soffre la fame; o parole di perdono per chi morì disperato; o una speranza per chi morì nello sconforto; o buone notizie per chi fu soffocato dal peso di inconsolabili sventure.
Inviate per portare vita, queste lettere rovinano verso la morte.
Ah Bartleby! Ah umanità!
Ah Bartleby! Ah umanità!
(Herman Melville - 1853)
(*) Lettura di Serena Dandini su musiche di Lele Marchitelli e Danilo Rea acquistabile qua
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